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Rischio sismico

L’Italia è situata al margine di convergenza tra due grandi placche, quella africana e quella euroasiatica. Il movimento relativo tra queste due placche causa l’accumulo di energia e deformazione che occasionalmente vengono rilasciati sotto forma di terremoti di varia entità.

Secondo quanto pubblicato dall’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia (INGV), la Rete Sismica Nazionale ha registrato negli ultimi 31 anni più di 150.000 eventi sismici, la maggior parte dei quali non è stata avvertita dalla popolazione.

Circa 50 terremoti hanno avuto una magnitudo Richter superiore a 5.0 e i più forti di questo periodo sono avvenuti il 6 aprile 2009 in Abruzzo (Mw 6,3) e il 20 maggio 2012 in Emilia Romagna (Mw 0 5,9).

La figura seguente rappresenta la sismicità in Italia dal 1981 al 2011 (fonte INGV):

Sismicità in Italia dal 1981 al 2011 (fonte INGV).

Nella Figura seguente è riportata la mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale prodotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia con un dettaglio per la Regione Puglia che ci mostra, in prima battuta, come la pericolosità sismica della Puglia in generale e della Provincia di Brindisi in particolare aumenti man mano che ci si avvicina alla zona occidentale. Lo stralcio di mappa evidenzia l’ubicazione del comune di San Vito dei Normanni.

Valori di pericolosità sismica del territorio nazionale. Dettaglio per la Regione Puglia.

Sotto il profilo normativo, il comune di San Vito dei Normanni è stato classificato in zona sismica 4 a seguito dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale della Puglia n. 153 del 2 marzo 2004 (cfr. Figura seguente).

Mappa di pericolosità sismica aggiornata al 2012 (fonte INGV).

I criteri per l’aggiornamento della mappa di pericolosità sismica sono stati definiti nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519/2006, che ha suddiviso l’intero territorio nazionale in quattro zone sismiche sulla base del valore dell’accelerazione orizzontale massima su suolo rigido o pianeggiante ag, che ha una probabilità del 10% di essere superata in 50 anni (cfr. Tabella seguente).

Tabella. Definizione delle zone sismiche in base all’Ordinanza del PCM n. 3519/2006

ZONA SISMICA FENOMENI RISCONTRATI
1 Zona con pericolosità sismica alta.
Indica la zona più pericolosa, dove possono verificarsi forti terremoti.
2 Zona con pericolosità sismica media.
Indica una zona in cui possono verificarsi terremoti abbastanza forti.
3 Zona con pericolosità sismica bassa.
Indica una zona soggetta a scuotimenti modesti.
4 Zona con pericolosità sismica molto bassa.
Indica la zona meno pericolosa, dove le possibilità di danni sismici sono basse.

Sulla base di tale classificazione la Delibera di Giunta Regionale n. 1626 del 15 settembre 2009, che recepisce il D.M. 14 gennaio 2008, recante “Norme Tecniche per le Costruzioni” ribadisce che nelle zone 3 e 4 continuano ad applicarsi le procedure previste dall’art. 93 del D.P.R. N. 380/01.

Il basso livello di pericolosità sismica del territorio di San Vito dei Normanni è confermato anche dalla sua storia sismica ottenuta consultando il database macrosismico accessibile all’indirizzo http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/ e utilizzato per la compilazione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani versione 2011. Il DBMI11 contiene dati di intensità relativi a 1681 terremoti a partire dall’anno 1000 e fino all’anno 2006.

La Figura seguente riporta il risultato dell’interrogazione del DBMI11 sulla località di San Vito dei Normanni dalla quale risultano solo 5 eventi, anche poco significativi, che hanno interessato il territorio comunale nella finestra temporale che va dall’anno 1000 all’anno 2006.

Per una corretta interpretazione dei dati si riporta di seguito la legenda:

  • I [MCS]: Intensità del terremoto espressa in scala MCS, Mercalli-Cancani-Sieberg. Il valore NF sta per “Non avvertito” (in inglese “Not Felt”) ed è equiparabile a Intensità pari ad uno.
  • Data: data del terremoto.
  • Ax: Area epicentrale, area geografica in cui sono stati riscontrati gli effetti maggiori del terremoto.
  • Np: Numero di punti, numero di osservazioni macrosismiche disponibili per il terremoto.
  • Io: Intensità macrosismica epicentrale, da CPTI11, espressa in scala MCS.
  • Mw: Magnitudo momento o Magnitudo del Momento Sismico.

Nella tabella seguente è riportata la Scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS) e, come si può osservare, i gradi più bassi affrontano la maniera in cui il terremoto è avvertito dalla popolazione mentre i valori più alti della scala sono basati sui danni strutturali osservati.

Tabella. Scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS).

GRADO SCOSSA DESCRIZIONE
1 IMPERCETTIBILE Avvertita solo dagli strumenti sismici.
2 MOLTO LEGGERA Avvertita solo da qualche persona in opportune condizioni.
3 LEGGERA Avvertita da poche persone. Oscillano oggetti appesi con vibrazioni simili a quelle del passaggio di un’automobile.
4 MODERATA Avvertita da molte persone; tremito di infissi e cristalli, e leggere oscillazioni di oggetti appesi.
5 PIUTTOSTO FORTE Avvertita anche da persone addormentate; caduta di oggetti.
6 FORTE Qualche leggera lesione negli edifici e finestre in frantumi.
7 MOLTO FORTE Caduta di fumaioli, lesioni negli edifici.
8 ROVINOSA Rovina parziale di qualche edificio; qualche vittima isolata.
9 DISTRUTTIVA Rovina totale di alcuni edifici e gravi lesioni in molti altri; vittime umane sparse ma non numerose.
10 COMPLETAMENTE DISTRUTTIVA Rovina di molti edifici; molte vittime umane; crepacci nel suolo.
11 CATASTROFICA Distruzione di agglomerati urbani; moltissime vittime; crepacci e frane nel suolo; maremoto.
12 APOCALITTICA Distruzione di ogni manufatto; pochi superstiti; sconvolgimento del suolo; maremoto distruttivo; fuoriuscita di lava dal terreno.
Storia sismica di San Vito dei Normanni (fonte DBMI11).

Per completezza, si è effettuata l’analisi della storia sismica dei comuni confinanti (San Michele Salentino, Carovigno, Latiano, Ostuni e Brindisi), dalla quale è emerso che non si registrano eventi particolarmente significativi ad eccezione di 3 terremoti di intensità 6-7 (FORTE – MOLTO FORTE) risalenti al 1456 (Brindisi), al 1731 (Brindisi), al 1743 (Ostuni) e di 1 evento sismico di intensità 8 (ROVINOSA) avvenuto sempre nel 1743 nel territorio di Brindisi.

Infine, occorre tenere presente che, sebbene non si abbiano notizie storiche di sismi di intensità tale da aver provocato il crollo e/o il serio danneggiamento di strutture e/o vittime tra la popolazione nel territorio di San Vito dei Normanni, sono presenti specialmente nel centro storico vari fabbricati di vecchia costruzione, di cui alcuni anche di notevole valenza artistica, potenzialmente vulnerabili anche a fronte di modesti scuotimenti.

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