Le trombe d’aria sono dei vortici depressionari di piccola estensione in cui i venti possono raggiungere elevate velocità, anche di alcune decine di km/h; esse si verificano alla base di quelle enormi nuvole temporalesche chiamate cumulonembi, che si formano in seguito a forti instabilità dell’aria.
Una tromba tipica presenta la forma di un tubo o di un cono a pareti ripide con la base verso l’alto ed il vertice che si protende verso la superficie terrestre fino a toccarla. Si parla di tromba d’aria quando il vertice corre sul suolo e di tromba marina quando corre sul mare; normalmente si fa distinzione tra trombe marine e trombe d’aria (o terrestri) a seconda del luogo d’origine, anche se è abbastanza frequente vederle passare dal mare alla terraferma o viceversa.
Se la tromba passa sulla terra ferma trasporta in alto polvere e tutto ciò che non è fissato al suolo; se ha forma sufficiente la tromba d’aria può sradicare alberi e distruggere fabbricati; se il vertice cade sul mare, la zona interessata si agita formando una nube di spuma e la tromba assume l’aspetto di una colonna d’acqua in quanto la sua azione si esplica attraverso un risucchio più o meno violento.
Caratteristica fondamentale delle trombe è la loro formazione improvvisa, con un brusco ed immediato calo della pressione, per cui è impossibile prevederle osservando il graduale abbassamento della pressione, come avviene prima del passaggio dei cicloni. Un segno rivelatore può essere, sulla terraferma, la presenza di turbini di polvere prima della formazione dell’imbuto, sul mare si osserva una macchia scura superficiale.
Il fenomeno ha una durata limitata che va dai 10 ai 30 minuti.
Le trombe si spostano velocemente dal luogo di formazione seguendo traiettorie imprevedibili e indefinite. La velocità di traslazione è molto variabile e generalmente superiore ai 15 nodi. Le altezze sono variabili dai 100 ai 1000 m e coincidono di solito con l’altezza della base dei cumulonembi da cui le trombe hanno origine.
Le trombe d’aria sono classificate secondo la scala Fujita che va da F0 a F5 per la massima intensità.
Il 22 febbraio 2005 una tromba d’aria di intensità F1 ha attraversato il territorio tra Carovigno e San Vito dei Normanni procurando diversi danni: cartelli stradali divelti, rami spezzati e alberi di alto fusto sradicati, comignoli danneggiati, mezzi pesanti in sosta spostati (fonte METEO NETWORK).
Per la sua vicinanza geografica va segnalato come precursore anche il turbine (vedi Figura 35), con intensità stimata F2-F3, che il 28 novembre 2012 ha devastato la città di Taranto (zona Ilva) e Statte. Provenendo dal Mar Jonio, dove si era formato e avendo attraversato la Valle d’Itria, il turbine ha proseguito il proprio moto verso i territori di Fasano e Monopoli (zona Capitolo) per poi dissolversi in Mare Adriatico. Il bilancio è stato grave: una vittima e 20 feriti, il crollo di una gru utilizzata per la movimentazione delle merci nel porto, il crollo di un capannone all’imbarco prodotti e della torre faro, il crollo del camino delle batterie uno e tre all’interno dell’ILVA. Seri danni sono stati causati alla scuola elementare di Statte dove alcuni scolari sono stati ricoverati per ferite lievi. Numerosi automezzi sono stati distrutti nel passaggio del turbine.
Quanto sopra porta a focalizzare l’attenzione alla tipologia di effetti del passaggio di una tromba d’aria:
- Effetti su strutture potenzialmente proiettabili come pannelli solari e fotovoltaici, coperture tensostatiche degli impianti sportivi, pannelli di grandi dimensioni adibiti alla cartellonistica pubblicitaria, coperture degli edifici, ponteggi e tralicci, cassonetti della spazzatura, veicoli, vetri rotti, antenne, ecc.
- Effetti sulla vegetazione, quindi sradicamento di alberi di alto e basso fusto.
- Effetti sulle infrastrutture elettriche (tranciamento di cavi elettrici) e di telecomunicazione, quindi con possibili blackout.