L’idrografia superficiale del territorio di San Vito dei Normanni è molto ridotta od assente, per il forte assorbimento esercitato dalle formazioni qui presenti, porose o fortemente fessurate.
Le Dolomie di Galatina sono interessate da numerose fratture, che costituiscono una vera e propria fitta rete a circolazione acquifera, intercomunicanti fra loro sicché l’acqua di fondo le riempie totalmente, costituendo una potente falda acquifera, da tempo nota sotto il nome di falda profonda. Il livello della falda profonda, che è di zero metri in corrispondenza della costa, sale verso l’interno assai lentamente, con una cadente piezometrica dell’ordine dell’1‰, per la grande permeabilità delle formazioni interessate.
Le poche strutture idrografiche (solchi erosivi, impluvi naturali) hanno carattere endoreico con bassa gerarchizzazione e si diramano dal ciglio di scarpata con direzione NO-SE. Queste incisioni raccolgono le acque meteoriche che provengono dai territori di Ceglie Messapica, Ostuni, Carovigno e San Michele Salentino e le fanno defluire verso la parte pianeggiante del territorio dove, penetrando nel sottosuolo, attraverso i terreni a diversa permeabilità e/o attraverso strutture carsiche di superficie, ossia vore, inghiottitoi e doline, (vedi Figura seguente), raggiungono le falde di acqua freatica.
Le acque che penetrano a profondità maggiori raggiungono la falda carsica che defluisce verso il mare sfociando lungo la linea di costa, alimentando anche il sistema palustre della Riserva Naturale Statale di Torre Guaceto.